Rispetto all’IRPEF il previsto abbassamento di un punto delle due
aliquote minori (23% e 27%), benché in sé positivo, se viene introdotto
senza alcun riferimento alla composizione del nucleo familiare, non solo
è insufficiente, ma perfino dannoso.
Ora, non c’è bisogno di essere dei tecnici per sapere che le detrazioni
più rilevanti, quelle per i familiari a carico e per il lavoro
dipendente, sono inversamente proporzionali al reddito, e cioè sono
maggiori più il reddito è basso. Il risultato è che per redditi attorno
ai 23-25.000 euro, avere moglie e figli a carico significa non poter
detrarre più nulla delle ulteriori detrazioni previste (spese mediche,
spese per istruzione, assicurazioni, ecc.), ma addirittura rischiare di
pagare più tasse di prima.
L'IVA:
Secondo le stime del Codacons l'aumento dell'Iva deciso dal Governo
avrà un impatto sull'inflazione che varia dal +0,7% al +1,10%, a seconda
degli arrotondamenti. In soldoni se dovessero esserci arrotondamenti
dei prezzi per una famiglia media da 2,4 soggetti la stangata potrebbe
essere al di sopra di 273 euro, se non ci fossero arrotondamenti, ma
schizzerebbe a 378 euro qualora i commercianti si aggiustassero i
prezzi.
Anche il Codacons chiede al Governo di evitare l'aumento dell'Iva dal 10
all'11%. Considerando che infatti andrebbe a colpire beni essenziali
tra i quali gli alimentari, andrebbe a gravare sulle fasce sociali più
bisognose, quei pensionati al minimo che non avranno nemmeno il
vantaggio della riduzione delle aliquote Irpef, essendo già esenti.
ODIOSO E DANNOSO
- odioso perché punitivo per le famiglie più deboli, trascinate sotto la
soglia di povertà da una imposizione indifferenziata che oltretutto
colpisce la capacità di spesa già falcidiata all’origine da un’IRPEF che
non tiene in alcun conto i carichi familiari;
- iniquo perché contrario al dettato Costituzionale che all’art. 53 stabilisce chiaramente la concorrenza alla spesa pubblica di ciascuno in base alla “propria capacità contributiva”. (Quale sarebbe infatti la capacità contributiva di un bambino, i cui pannolini vengono tassati al 22%?);
- dannoso perché impoverisce il tessuto sociale delle famiglie e delle piccole imprese, favorendo l’aumento delle disparità sociali e portando i ricchi ad essere ancora più ricchi e i poveri ad essere ancora più poveri. I maggiori consumi delle famiglie numerose sarebbero poi tassati molto di più: come meravigliarsi se poi non nascono più figli, e se sempre più famiglie con figli finiscono sotto la soglia di povertà?
- iniquo perché contrario al dettato Costituzionale che all’art. 53 stabilisce chiaramente la concorrenza alla spesa pubblica di ciascuno in base alla “propria capacità contributiva”. (Quale sarebbe infatti la capacità contributiva di un bambino, i cui pannolini vengono tassati al 22%?);
- dannoso perché impoverisce il tessuto sociale delle famiglie e delle piccole imprese, favorendo l’aumento delle disparità sociali e portando i ricchi ad essere ancora più ricchi e i poveri ad essere ancora più poveri. I maggiori consumi delle famiglie numerose sarebbero poi tassati molto di più: come meravigliarsi se poi non nascono più figli, e se sempre più famiglie con figli finiscono sotto la soglia di povertà?
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